venerdì 14 dicembre 2012
Qui al nord- pensieri meridionali
Gli scossoni politici nazionali si ripercuotono anche qui in questo piccolo e profondo nord, lo vedo nelle ribellioni degli amministratori ai diktat dei partiti da sempre dominanti, lo vedo nella pancia di chi ha sempre votato berlusconi.
Quella pancia sembra vomitare la creatura da cui è stata plagiata e di cui si è nutrita per anni.
Non so se B. sia caduto sulla morale etica e fortemente cattolica di questo territorio, ma non c'è più spazio, almeno a parole,per una riviviscenza di una presenza così scomoda.
Sicuramente Renzi ha riempito per molti quella presenza.
Ma la delusione di un cambiamento, dopo la vittoria di Bersy, si intravede in molti dei loro volti, in molti di coloro che hanno una storia molto vicina a quella socialista, e questi ripudiati si sono buttati a capofitto su una nuova vecchia astronave.
Mentre le piccolissime realtà soffrono le difficoltà dei tagli, oppure si destreggiano ampiamente con l'autonomia finanziaria, tra Imu, Tares, e fondi frontalieri( le rimesse dei lavoratori italiani in Svizzera) o mediante Sindaci che in prima linea cercano di governare al meglio il proprio territorio.
Dall'altro, sempre qui, in Lombardia c'è un ritorno al passato: tangenti e n'drangheta che hanno gloriosamente determinato la caduta dell'altro imperatore.
La morale così sembra scomparire per favorire quell'interesse familistico e personalistico che ancora una volta non ha confini.
venerdì 19 ottobre 2012
Spending review cosa cambia per i piccoli enti
Ormai ci si imbatte in acronimi continuamente nuovi e poco adatti per i piccoli comuni si pensi a Consip, Suap, Sua, e così via.
Spesso, il suono a cui alludono sembra un richiamo all'infanzia e non alle responsabilità che questi istituti rimandano.
Tra le principali novità che il decreto legge numero 95 del 2012, sono di principale interesse le nuove norme che disciplinano gli aspetti relativi alle gestioni associate.
La base di partenza di questo progetto obbligatorio è la necessità di fare cassa e di rispettare le regole del fiscal compact.
Sembra assurdo però che questo assunto sia alla base del ridisegno geografico e politico di un intero territorio: una vera rivoluzione copernicana, se senza fare troppe demagogie sono proprio i Comuni depositari della nostra storia di gestione del territorio.
Gestioni associate che debbono seguire necessariamente due percorsi obbligati la Convenzione "rafforzata" ( così M. Guerra al convegno sspal lombardia) o le unioni.
Non è accantonata, anzi molto sostenuta l'idea delle fusioni, è da pochi giorni che sono stabilite le misure per accedere ai fondi relativi ( finanza locale.it).
Il decreto legge citato chiarisce ( o almeno ci prova) rispetto a quanto stabilito nella legge numero 42 del 2009, quali sono le funzioni da associare e chi è obbligato ad associarle.
Sono obbligati i comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, ovvero fino a 3.000 abitanti se appartengono o sono appartenuti a comunità montane, esclusi i comuni il cui territorio coincide integralmente con quello di una o di più isole e il comune di Campione d’Italia, esercitano obbligatoriamente in forma associata, mediante unione di comuni o convenzione, le funzioni fondamentali dei comuni di cui al comma 27, ad esclusione della lettera l).
Le funzioni sono da distinguere in fondamentali da gestire
obbligatoriamente in forma associata, in fondamentali dei Comuni che non è obbligatorio gestire in forma
associata; in Attività strumentali alle funzioni da esercitarsi obbligatoriamente
in forma associata, e poi in Funzioni e servizi non fondamentali e che non è
obbligatorio gestire in forma associata
in particolare secondo le voci autorevoli ecco che cosa significa questa funzione:
Organi istituzionali, partecipazione e decentramento
Segreteria generale, personale, organizzazione e
programmazione
Gestione economica, finanziaria, provveditorato e
controllo di gestione
Gestione delle Entrate tributarie e servizi fiscali
Gestione dei beni demaniali e patrimoniali
Ufficio tecnico
Anagrafe, Stato Civile, Elettorale, Leva e Servizio
statistico
Altri
Servizi generali
b) organizzazione dei servizi pubblici di interesse
generale di ambito comunale, ivi compresi i servizi di trasporto pubblico
comunale;
Viabilità, circolazione stradale e servizi connessi
Illuminazione pubblica e servizi connessi
Trasporti pubblici locali e servizi connessi
Nelle more è
possibile attribuire alla gestione associata tutte le attività inerenti le
funzioni catastali che siano o possano essere chiamati a svolgere i Comuni.
d) la pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito
comunale nonché la partecipazione alla pianificazione territoriale di livello
sovracomunale;
Urbanistica e gestione del Territorio
Edilizia residenziale pubblica locale e Piani di edilizia
economico popolare
e) attività, in ambito comunale, di pianificazione di
protezione civile e di coordinamento dei primi soccorsi;
Servizi di Protezione civile
f) l’organizzazione e la gestione dei servizi di
raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e la riscossione
dei relativi tributi;
g) progettazione e gestione del sistema locale dei
servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini, secondo
quanto previsto dall’articolo 118, quarto comma, della Costituzione;
Asili nido,
servizi per l'infanzia e per i minori
Servizi di
prevenzione e riabilitazione
Strutture residenziali
e di ricovero per anziani
Assistenza,
beneficienza pubblica e servizi diversi alla persona
Servizio necroscopico e cimiteriale
h) edilizia scolastica, organizzazione e gestione dei
servizi scolastici;
Scuola Materna
Istruzione elementare
Istruzione media
Istruzione
secondaria superiore
Assistenza
scolastica, trasporto, refezione e altri servizi
i) polizia municipale e polizia amministrativa locale;
Polizia municipale
Polizia commerciale
Polizia
amministrativa
A ciò si aggiungono le attività strumentali tra le quali ci sono sia la gestione associate dell'ICT che la centrale unica di committenza, la cui costituzione è prorogata a marzo 2013.
La prima scadenza improrogabile è il 1 gennaio 2013, entro la quale occorre improrogabilmente associare tre funzioni fondamentali.
Andando ad approfondire le materie, le responsabilità, il personale la gestione pratica, la gestione delle p.o, la responsabilità degli atti, le funzioni non si può altro che gestirle in unione.
La flessibilità dello strumento convenzionale è poco consona e anche poco efficace per provare a gestire un'intera funzione in convenzione.
Peraltro, il legislatore ha cercato di imbrigliare meno i Comuni utilizzando lo strumento delle convenzioni, ma le forti pressioni dell'Anci, che ha sempre sostenuto l' Unione quale paradigma necessario per incidere profondamente sulla gestione del territorio, e la stessa volontà del legislatore di procedere in pron battuta verso il ridimensionamento delle collettività locali, quanto meno in termini di incidenza delle risorse e delle spese, tutto ciò ha determinato che la gestione delle funzioni possa avvenire solo mediante due strade obbligate l'unione o la fusione.
Poi, non dimentichiamo che le Convenzioni debbono avere durata almeno triennale e saranno soggette a controllo sull'efficacia ed efficienza ad opera del Ministero dell'interno.
Cosa succede se i Comuni non provvedono alla gestione associate delle tre funzioni fondamentali entro il 1 gennaio 2013, la sanzione prevista è quella dello scioglimento del Consiglio.
La strada è tracciata, e non sembra ci siano altri spiragli.
Tuttavia, la mia riluttanza all'estinzione dei piccoli comuni, unici baluardi della gestione del territorio e della prossimità verso i cittadini, baluardi del sapere collettivo e storico, dai tombini da ripulire alle difficoltà delle persone nel piccolo, non permette altro che seguire l'unica strada: l'unione ai sensi dell'articolo 32.
mercoledì 22 giugno 2011
Ambiente e Servizi
Si parte da Parete, con il convegno denominato "Ambiente e Servizi" ed in particolare parleremo di raccolta differenziata, crisi permanente del Consorzio rifiuti e soprattutto di come cambierà la gestione dei servizi pubblici in seguito al successo dei referendum.
Lo faremo venerdì 24 alle ore 17,00 presso la sala consiliare consiliare del Comune di Parete.
Così Pietro Di Sarno, segr. prov. dei Vendoliani che continua: la federazione prov. di SEL vuole avviare una stagione di convegni itineranti sui temi più sentiti dai cittadini. Si parte da Parete, unico comune della nostra provincia, in cui alle ultime amministrative esce vincitore il centro sinistra e dall'ambiente perchè, tra rifiuti ed inquinamento delle acque, è sicuramente tra i temi che creano più grattacapi ai nostri amministratori.
Abbiamo la necessità di confrontarci su questi temi per dimostrare che una buona gestione del ciclo dei rifiuti può essere un'occasione di lavoro e sviluppo, così Raffaele Tessitore assessore all'ambiente del Comune di Parete, che continua: non abbiamo preconcetti sul consorzio dei rifiuti ma se dovesse continuare questo stato di inefficienza del servizio non escludiamo la possibilità di percorrere altre strade che ci consentano di mantenere pulita la nostra città.
Ospitiamo con grande entusiasmo l'iniziativa della fed. prov. di SEL che ha deciso di partire dal nostro comune affrontando il tema che forse al momento costituisce il maggior problema per i sindaci della provincia di caserta, così Raffaele Vitale giovanissimo sindaco di Parete che conclude: i rifiuti non possono essere trattati in uno stato di emergenza permanente, dobbiamo avviare una discussione franca e decisa affinchè si possa garantire ai nostri cittadini una migliore vivibilità associata al piacere di risiedere in ambienti più belli.
Lo faremo venerdì 24 alle ore 17,00 presso la sala consiliare consiliare del Comune di Parete.
Così Pietro Di Sarno, segr. prov. dei Vendoliani che continua: la federazione prov. di SEL vuole avviare una stagione di convegni itineranti sui temi più sentiti dai cittadini. Si parte da Parete, unico comune della nostra provincia, in cui alle ultime amministrative esce vincitore il centro sinistra e dall'ambiente perchè, tra rifiuti ed inquinamento delle acque, è sicuramente tra i temi che creano più grattacapi ai nostri amministratori.
Abbiamo la necessità di confrontarci su questi temi per dimostrare che una buona gestione del ciclo dei rifiuti può essere un'occasione di lavoro e sviluppo, così Raffaele Tessitore assessore all'ambiente del Comune di Parete, che continua: non abbiamo preconcetti sul consorzio dei rifiuti ma se dovesse continuare questo stato di inefficienza del servizio non escludiamo la possibilità di percorrere altre strade che ci consentano di mantenere pulita la nostra città.
Ospitiamo con grande entusiasmo l'iniziativa della fed. prov. di SEL che ha deciso di partire dal nostro comune affrontando il tema che forse al momento costituisce il maggior problema per i sindaci della provincia di caserta, così Raffaele Vitale giovanissimo sindaco di Parete che conclude: i rifiuti non possono essere trattati in uno stato di emergenza permanente, dobbiamo avviare una discussione franca e decisa affinchè si possa garantire ai nostri cittadini una migliore vivibilità associata al piacere di risiedere in ambienti più belli.
martedì 14 giugno 2011
L’attenzione ai beni comuni: nessuno tocchi la Costituzione.
Il 2011 si è aperto con le crisi dei sistemi autoritari nell’Africa settentrionale e nel Maghreb e poi ci ha inevitabilmente sbalordito con la deflagrazione nucleare giapponese.
Non si poteva solo rimanere attoniti rispetto alla destabilizzazione dei sistemi politici africani, così come non si poteva lasciar fare sul nucleare, questioni queste che hanno influito sulla sensibilità collettiva italiana ed europea.
Innanzitutto, il disimpegno economico dei governi verso il sistema di welfare, ristretto dai cordoni della politica europea, ha giocato un peso decisivo nelle difficoltà giornaliere e nel risveglio politico.
La crisi economica è riuscita a intaccare i diritti sociali, ha riaperto quel profondo abisso tra chi ha e chi non ha, è riuscita ad acuire le profonde differenze tra le possibilità nelle generazioni.
Le generazioni della rivolta, incastrate e soffocate, hanno dato un segno inequivocabile: in Spagna i giovani sono in piazza, così in Grecia i giovani chiedono disperatamente di aprire alle politiche sociali, ma anche Irlanda, Portogallo; il sud europeo chiede delle risposte.
E’ sulle politiche sociali che si prospetta il declino dell’Europa, troppo attenta ai conti in regola, al pareggio di bilancio, peraltro sempre auspicato e mai raggiunto; di una Europa che ancora una volta risponde alle necessità e alle difficoltà di chi ha o di chi già avuto, chiudendosi a riccio rispetto ai nuovi e roboanti ingressi.
Quindi, il voto delle amministrative e dei referendum, in Italia, sono una risposta inequivocabile di come le ricette messe in campo per contrastare la crisi economica hanno precipuamente toccato da un lato il tema della coesione sociale e poi degli stessi diritti.
Di coesione sociale si tratta se ci si rende conto all’alba del terzo millennio che il valore del pubblico diviene centrale, se ci si rende conto che il valore del bene collettivo è primario rispetto alla gestione privatistica. Il tema dell’equità è largamente maggioritario nelle coscienze degli italiani. Si tratta di equità intesa come redistribuzione nell’uso delle risorse che attengono sia alla sopravvivenza della vita che alla sopravvivenza della democrazia.
Il valore pubblico è richiamato e sembra che non possa essere messo in discussione nemmeno rispetto alla tanto acclamata efficienza, termine spesso abusato e costretto ad essere il grimaldello delle inerzie pubbliche.
In sostanza, si tratta di ridefinire il paradigma della coesione sociale e di un nuovo modello di gestione dei beni comuni.
Ci si poteva immaginare, forse, che il caldo e la tornata dei ballottaggi avrebbero potuto innescare il free riding nel voto, ma non è stato così, infatti, da Nord a Sud il quorum è stato raggiunto con punte importanti in zone che spesso hanno messo sotto accusa il valore del pubblico a favore dell’efficienza della gestione privatistica.
In passato, in alcune precise zone , i segnali di voto sembravano dimostrare che i valori territoriali e locali erano più importanti di quelli appartenenti al sentimento collettivo italiano, ma in questi mesi non è stato così.
Questo porta anche un ulteriore interrogativo inerente la necessità della redistribuzione di ricchezze a favore del Nord (in sintesi il federalismo italiano che molti autori stentano a riconoscere come tale) è questa la risposta che il popolo italiano si attende? Anche su questo punto occorre da oggi in avanti una riflessione più profonda.
Ritornando a queste elezioni, sebbene si possa ragionare a prescindere dal nucleare perché legato ad un sentimento di emozione del momento, il ruolo centrale del sentire comune è stato pregnante:
l’interesse individuale è crollato rispetto all’interesse collettivo ed è venuto affermandosi anche il sentimento di equità intergenerazionale. In questa direzione un fenomeno da non sottovalutare è che anche in Italia, si è verificato come in altri paesi, il protagonismo dei “giovani” facebookiani, blogger, o quant’altro, che sono riusciti a costruire attenzione, informazione e sentimento verso i beni comuni.
Un sentimento che ha attraversato i varchi generazionali e determinato quell’affluenza che ha inciso sul quorum.
Internet è stata la vera rivoluzione sociale, è stata ed è la voce dell’insofferenza alla crisi economica e politica internazionale. Si tratta della libertà di condividere, di taggare o di essere taggati, della libertà di scegliere una notizia o meno, questa libertà si è legata fortemente alla partecipazione.
Forse in Italia, i giovani non sono scesi in piazza a fianco dei propri fratelli africani, ma come loro non credono in un sistema economico e politico desueto e vago rispetto alle condizioni che vivono e sentono.
Forse in Italia, i giovani non hanno la forza di innescare una rivoluzione con le armi, ma lo hanno fatto con il voto ammettendo che nessuno può sottrarsi alla legge solo perché premier o ricco.
Abbiamo il nostro vessillo di cui andiamo fieri: la Costituzione e quell’articolo 3 risuona nelle coscienze e nelle anime degli italiani.
Questo legame tra il popolo sovrano e la sua Costituzione nel tempo si è rinsaldato, si è rafforzato talmente tanto che nessuno può permettersi di toccare la Costituzione. Nessuno.
Antonietta Fortini Comitato politico nazionale Sel
Non si poteva solo rimanere attoniti rispetto alla destabilizzazione dei sistemi politici africani, così come non si poteva lasciar fare sul nucleare, questioni queste che hanno influito sulla sensibilità collettiva italiana ed europea.
Innanzitutto, il disimpegno economico dei governi verso il sistema di welfare, ristretto dai cordoni della politica europea, ha giocato un peso decisivo nelle difficoltà giornaliere e nel risveglio politico.
La crisi economica è riuscita a intaccare i diritti sociali, ha riaperto quel profondo abisso tra chi ha e chi non ha, è riuscita ad acuire le profonde differenze tra le possibilità nelle generazioni.
Le generazioni della rivolta, incastrate e soffocate, hanno dato un segno inequivocabile: in Spagna i giovani sono in piazza, così in Grecia i giovani chiedono disperatamente di aprire alle politiche sociali, ma anche Irlanda, Portogallo; il sud europeo chiede delle risposte.
E’ sulle politiche sociali che si prospetta il declino dell’Europa, troppo attenta ai conti in regola, al pareggio di bilancio, peraltro sempre auspicato e mai raggiunto; di una Europa che ancora una volta risponde alle necessità e alle difficoltà di chi ha o di chi già avuto, chiudendosi a riccio rispetto ai nuovi e roboanti ingressi.
Quindi, il voto delle amministrative e dei referendum, in Italia, sono una risposta inequivocabile di come le ricette messe in campo per contrastare la crisi economica hanno precipuamente toccato da un lato il tema della coesione sociale e poi degli stessi diritti.
Di coesione sociale si tratta se ci si rende conto all’alba del terzo millennio che il valore del pubblico diviene centrale, se ci si rende conto che il valore del bene collettivo è primario rispetto alla gestione privatistica. Il tema dell’equità è largamente maggioritario nelle coscienze degli italiani. Si tratta di equità intesa come redistribuzione nell’uso delle risorse che attengono sia alla sopravvivenza della vita che alla sopravvivenza della democrazia.
Il valore pubblico è richiamato e sembra che non possa essere messo in discussione nemmeno rispetto alla tanto acclamata efficienza, termine spesso abusato e costretto ad essere il grimaldello delle inerzie pubbliche.
In sostanza, si tratta di ridefinire il paradigma della coesione sociale e di un nuovo modello di gestione dei beni comuni.
Ci si poteva immaginare, forse, che il caldo e la tornata dei ballottaggi avrebbero potuto innescare il free riding nel voto, ma non è stato così, infatti, da Nord a Sud il quorum è stato raggiunto con punte importanti in zone che spesso hanno messo sotto accusa il valore del pubblico a favore dell’efficienza della gestione privatistica.
In passato, in alcune precise zone , i segnali di voto sembravano dimostrare che i valori territoriali e locali erano più importanti di quelli appartenenti al sentimento collettivo italiano, ma in questi mesi non è stato così.
Questo porta anche un ulteriore interrogativo inerente la necessità della redistribuzione di ricchezze a favore del Nord (in sintesi il federalismo italiano che molti autori stentano a riconoscere come tale) è questa la risposta che il popolo italiano si attende? Anche su questo punto occorre da oggi in avanti una riflessione più profonda.
Ritornando a queste elezioni, sebbene si possa ragionare a prescindere dal nucleare perché legato ad un sentimento di emozione del momento, il ruolo centrale del sentire comune è stato pregnante:
l’interesse individuale è crollato rispetto all’interesse collettivo ed è venuto affermandosi anche il sentimento di equità intergenerazionale. In questa direzione un fenomeno da non sottovalutare è che anche in Italia, si è verificato come in altri paesi, il protagonismo dei “giovani” facebookiani, blogger, o quant’altro, che sono riusciti a costruire attenzione, informazione e sentimento verso i beni comuni.
Un sentimento che ha attraversato i varchi generazionali e determinato quell’affluenza che ha inciso sul quorum.
Internet è stata la vera rivoluzione sociale, è stata ed è la voce dell’insofferenza alla crisi economica e politica internazionale. Si tratta della libertà di condividere, di taggare o di essere taggati, della libertà di scegliere una notizia o meno, questa libertà si è legata fortemente alla partecipazione.
Forse in Italia, i giovani non sono scesi in piazza a fianco dei propri fratelli africani, ma come loro non credono in un sistema economico e politico desueto e vago rispetto alle condizioni che vivono e sentono.
Forse in Italia, i giovani non hanno la forza di innescare una rivoluzione con le armi, ma lo hanno fatto con il voto ammettendo che nessuno può sottrarsi alla legge solo perché premier o ricco.
Abbiamo il nostro vessillo di cui andiamo fieri: la Costituzione e quell’articolo 3 risuona nelle coscienze e nelle anime degli italiani.
Questo legame tra il popolo sovrano e la sua Costituzione nel tempo si è rinsaldato, si è rafforzato talmente tanto che nessuno può permettersi di toccare la Costituzione. Nessuno.
Antonietta Fortini Comitato politico nazionale Sel
lunedì 13 giugno 2011
Un cuore di grazie a tutti.
ll nostro pensiero e il nostro più affettuoso ringraziamento vanno ai Comitati referendari, a coloro che hanno raccolto le firme, a queste formichine della democrazia che non saranno mai invitati nei talk show, che non saranno mai sulle prime pagine dei giornali, ma che nonostante questo stanno regalando all'Italia un'occasione preziosa per irrobustire la nostra democrazia.(nichi vendola)
sabato 11 giugno 2011
Assemblea Altro Matese
Si terrà l'Asssemblea dell'Altro Matese presso la sede del Circolo Sel Alife venerdì 17 giugno 2011
con il seguente odg:
1) linee programmatiche matese
2) riorganizzazione circoli
3) campagna di tesseramento
4) discussione per sel nazionale
>
> Venerdi 17 alle 18.30 Sede Circolo Alife Sel
>
Parteciperà all'incontro Pietro di Sarno coordinatore provinciale Sel.
passaparola..
con il seguente odg:
1) linee programmatiche matese
2) riorganizzazione circoli
3) campagna di tesseramento
4) discussione per sel nazionale
>
> Venerdi 17 alle 18.30 Sede Circolo Alife Sel
>
Parteciperà all'incontro Pietro di Sarno coordinatore provinciale Sel.
passaparola..
venerdì 10 giugno 2011
Si scriviamone 4
COMUNICATO STAMPA
“LIBERTA’ è PARTECIPAZIONE”“…Libertà è partecipazione” scriveva Giorgio Gaber nel 1972. Questa citazione è più che mai attuale ,per questo i referendum sono per noi uno strumento unico per uscire dall’ impasse degli ultimi anni,un' occasione per far sentire la voce di chi non vuole essere governato dall’alto.Il 12 e 13 giugno si terranno i referendum abrogativi,i quattro quesiti previsti sono:il decreto Ronchi sulla privatizzazione dei servizi idrici,il primo quesito è relativo alle modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici essenziali di rilevanza economica,il secondo riguarda la determinazione del capitale investito,il terzo quesito riguarda l’apertura di nuove centrali nucleari per la produzione di energia nucleare,infine,il quarto quesito riguarda il legittimo impedimento.
SEL ALIFE:VOTA SI PER DIRE NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUAVOTA SI PER DIRE NO AL NUCLEAREVOTA SI PER DIRE NO AL LEGITTIMO IMPEDIMENTO
Andare a votare i referendum è l’unico e spesso dimenticato modo per i cittadini di essere protagonisti e incidere nella vita politica italiana in modo rilevante.E’ una prova di democrazia e una dimostrazione di civiltà. Non dobbiamo sprecarla.
“…La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione…”GIORGIO GABER
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