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mercoledì 22 giugno 2011

Ambiente e Servizi

Si parte da Parete, con il convegno denominato "Ambiente e Servizi" ed in particolare parleremo di raccolta differenziata, crisi permanente del Consorzio rifiuti e soprattutto di come cambierà la gestione dei servizi pubblici in seguito al successo dei referendum.
Lo faremo venerdì 24 alle ore 17,00 presso la sala consiliare consiliare del Comune di Parete.
Così Pietro Di Sarno, segr. prov. dei Vendoliani che continua: la federazione prov. di SEL vuole avviare una stagione di convegni itineranti sui temi più sentiti dai cittadini. Si parte da Parete, unico comune della nostra provincia, in cui alle ultime amministrative esce vincitore il centro sinistra e dall'ambiente perchè, tra rifiuti ed inquinamento delle acque, è sicuramente tra i temi che creano più grattacapi ai nostri amministratori.
Abbiamo la necessità di confrontarci su questi temi per dimostrare che una buona gestione del ciclo dei rifiuti può essere un'occasione di lavoro e sviluppo, così Raffaele Tessitore assessore all'ambiente del Comune di Parete, che continua: non abbiamo preconcetti sul consorzio dei rifiuti ma se dovesse continuare questo stato di inefficienza del servizio non escludiamo la possibilità di percorrere altre strade che ci consentano di mantenere pulita la nostra città.
Ospitiamo con grande entusiasmo l'iniziativa della fed. prov. di SEL che ha deciso di partire dal nostro comune affrontando il tema che forse al momento costituisce il maggior problema per i sindaci della provincia di caserta, così Raffaele Vitale giovanissimo sindaco di Parete che conclude: i rifiuti non possono essere trattati in uno stato di emergenza permanente, dobbiamo avviare una discussione franca e decisa affinchè si possa garantire ai nostri cittadini una migliore vivibilità associata al piacere di risiedere in ambienti più belli.

martedì 14 giugno 2011

L’attenzione ai beni comuni: nessuno tocchi la Costituzione.

Il 2011 si è aperto con le crisi dei sistemi autoritari nell’Africa settentrionale e nel Maghreb e poi ci ha inevitabilmente sbalordito con la deflagrazione nucleare giapponese.
Non si poteva solo rimanere attoniti rispetto alla destabilizzazione dei sistemi politici africani, così come non si poteva lasciar fare sul nucleare, questioni queste che hanno influito sulla sensibilità collettiva italiana ed europea.
Innanzitutto, il disimpegno economico dei governi verso il sistema di welfare, ristretto dai cordoni della politica europea, ha giocato un peso decisivo nelle difficoltà giornaliere e nel risveglio politico.
La crisi economica è riuscita a intaccare i diritti sociali, ha riaperto quel profondo abisso tra chi ha e chi non ha, è riuscita ad acuire le profonde differenze tra le possibilità nelle generazioni.
Le generazioni della rivolta, incastrate e soffocate, hanno dato un segno inequivocabile: in Spagna i giovani sono in piazza, così in Grecia i giovani chiedono disperatamente di aprire alle politiche sociali, ma anche Irlanda, Portogallo; il sud europeo chiede delle risposte.
E’ sulle politiche sociali che si prospetta il declino dell’Europa, troppo attenta ai conti in regola, al pareggio di bilancio, peraltro sempre auspicato e mai raggiunto; di una Europa che ancora una volta risponde alle necessità e alle difficoltà di chi ha o di chi già avuto, chiudendosi a riccio rispetto ai nuovi e roboanti ingressi.
Quindi, il voto delle amministrative e dei referendum, in Italia, sono una risposta inequivocabile di come le ricette messe in campo per contrastare la crisi economica hanno precipuamente toccato da un lato il tema della coesione sociale e poi degli stessi diritti.
Di coesione sociale si tratta se ci si rende conto all’alba del terzo millennio che il valore del pubblico diviene centrale, se ci si rende conto che il valore del bene collettivo è primario rispetto alla gestione privatistica. Il tema dell’equità è largamente maggioritario nelle coscienze degli italiani. Si tratta di equità intesa come redistribuzione nell’uso delle risorse che attengono sia alla sopravvivenza della vita che alla sopravvivenza della democrazia.
Il valore pubblico è richiamato e sembra che non possa essere messo in discussione nemmeno rispetto alla tanto acclamata efficienza, termine spesso abusato e costretto ad essere il grimaldello delle inerzie pubbliche.
In sostanza, si tratta di ridefinire il paradigma della coesione sociale e di un nuovo modello di gestione dei beni comuni.
Ci si poteva immaginare, forse, che il caldo e la tornata dei ballottaggi avrebbero potuto innescare il free riding nel voto, ma non è stato così, infatti, da Nord a Sud il quorum è stato raggiunto con punte importanti in zone che spesso hanno messo sotto accusa il valore del pubblico a favore dell’efficienza della gestione privatistica.
In passato, in alcune precise zone , i segnali di voto sembravano dimostrare che i valori territoriali e locali erano più importanti di quelli appartenenti al sentimento collettivo italiano, ma in questi mesi non è stato così.
Questo porta anche un ulteriore interrogativo inerente la necessità della redistribuzione di ricchezze a favore del Nord (in sintesi il federalismo italiano che molti autori stentano a riconoscere come tale) è questa la risposta che il popolo italiano si attende? Anche su questo punto occorre da oggi in avanti una riflessione più profonda.
Ritornando a queste elezioni, sebbene si possa ragionare a prescindere dal nucleare perché legato ad un sentimento di emozione del momento, il ruolo centrale del sentire comune è stato pregnante:
l’interesse individuale è crollato rispetto all’interesse collettivo ed è venuto affermandosi anche il sentimento di equità intergenerazionale. In questa direzione un fenomeno da non sottovalutare è che anche in Italia, si è verificato come in altri paesi, il protagonismo dei “giovani” facebookiani, blogger, o quant’altro, che sono riusciti a costruire attenzione, informazione e sentimento verso i beni comuni.
Un sentimento che ha attraversato i varchi generazionali e determinato quell’affluenza che ha inciso sul quorum.
Internet è stata la vera rivoluzione sociale, è stata ed è la voce dell’insofferenza alla crisi economica e politica internazionale. Si tratta della libertà di condividere, di taggare o di essere taggati, della libertà di scegliere una notizia o meno, questa libertà si è legata fortemente alla partecipazione.
Forse in Italia, i giovani non sono scesi in piazza a fianco dei propri fratelli africani, ma come loro non credono in un sistema economico e politico desueto e vago rispetto alle condizioni che vivono e sentono.
Forse in Italia, i giovani non hanno la forza di innescare una rivoluzione con le armi, ma lo hanno fatto con il voto ammettendo che nessuno può sottrarsi alla legge solo perché premier o ricco.
Abbiamo il nostro vessillo di cui andiamo fieri: la Costituzione e quell’articolo 3 risuona nelle coscienze e nelle anime degli italiani.
Questo legame tra il popolo sovrano e la sua Costituzione nel tempo si è rinsaldato, si è rafforzato talmente tanto che nessuno può permettersi di toccare la Costituzione. Nessuno.

Antonietta Fortini Comitato politico nazionale Sel

lunedì 13 giugno 2011

Un cuore di grazie a tutti.

ll nostro pensiero e il nostro più affettuoso ringraziamento vanno ai Comitati referendari, a coloro che hanno raccolto le firme, a queste formichine della democrazia che non saranno mai invitati nei talk show, che non saranno mai sulle prime pagine dei giornali, ma che nonostante questo stanno regalando all'Italia un'occasione preziosa per irrobustire la nostra democrazia.(nichi vendola)

sabato 11 giugno 2011

Assemblea Altro Matese

Si terrà l'Asssemblea dell'Altro Matese presso la sede del Circolo Sel Alife venerdì 17 giugno 2011
con il seguente odg:

 1) linee programmatiche matese
 2) riorganizzazione circoli
 3) campagna di tesseramento
 4) discussione per sel nazionale
>
> Venerdi 17  alle 18.30  Sede Circolo Alife Sel
>

Parteciperà all'incontro Pietro di Sarno coordinatore provinciale Sel.

passaparola..

venerdì 10 giugno 2011

Si scriviamone 4

COMUNICATO STAMPA


“LIBERTA’ è PARTECIPAZIONE”
“…Libertà è partecipazione” scriveva Giorgio Gaber nel 1972. Questa citazione è più che mai attuale ,per questo i referendum sono per noi uno strumento unico per uscire dall’ impasse degli ultimi anni,un' occasione  per far sentire la voce di chi non vuole essere governato dall’alto.
Il 12 e 13 giugno si terranno i referendum abrogativi,i quattro quesiti previsti sono:il decreto Ronchi sulla privatizzazione dei servizi idrici,il primo quesito è relativo alle modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici essenziali di rilevanza economica,il secondo riguarda la determinazione del capitale investito,il terzo quesito riguarda l’apertura di nuove centrali nucleari per la produzione di energia nucleare,infine,il quarto quesito riguarda il legittimo impedimento.

SEL ALIFE:
VOTA SI PER DIRE NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA
VOTA SI PER DIRE NO AL NUCLEARE
VOTA SI PER DIRE NO AL LEGITTIMO IMPEDIMENTO

Andare a votare i referendum è l’unico e spesso dimenticato modo per i cittadini di essere protagonisti e incidere nella vita politica italiana in modo rilevante.
E’ una prova di democrazia e una dimostrazione di civiltà. Non dobbiamo sprecarla.

“…La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione…”
GIORGIO GABER

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