sinistramatese.blogspot.com

sabato 20 novembre 2010

mercoledì 10 novembre 2010

generazione sud


Strane coincidenze accadono in Italia: il 150° anniversario dell’Unità cade quasi in contemporanea alla tanto acclamata riforma  federalista.
Ma siamo così convinti che questi due fenomeni siano così distanti? Dalle ultime letture revisioniste, storiche (vedi Pino Aprile, I terroni, Piemme 2010), si intravede e si scorge un diverso Sud. La stessa questione meridionale è letta in maniera differente. In estrema sintesi: non saremmo dei terroni incapaci, ma saremmo stati, in realtà, depredati della nostra storia, della nostra cultura, arte e soprattutto ricchezza.
Il rifiorire dell’orgoglio borbonico serpeggia nel web e su youtube. Lungi dal nostro pensiero acclamare le monarchie: saremo sempre di spirito mazziniano; tuttavia, la questione meridionale ed il brigantaggio, nella più nobile visione, sembrano più che mai attuali.
Rimbombano, nella mente, le parole che nel film di Pasquale Squitieri - film che non si trova se non su youtube - un contadino dice: ”o briganti o migranti”.
Oggi, il brigante, in questo sud, è chi resta e combatte, come il sindaco di Camigliano, che afferma e riconquista la dignità di una funzione amministrativa, ovvero la gestione comunale della tariffa dell’immondizia, a scapito dello scioglimento in poco tempo della sua giunta.
Per fortuna, il sud è ancora pieno di briganti come lui, di gente che ogni giorno con dignità e idealismo continua a vivere, a combattere per un posto di lavoro in fabbrica, per un posto pulito nel Matese, per una scuola pubblica.
Invero, non possiamo permetterci di non indagare a fondo: la crisi economica ci ha dissanguato, il sistema ci garantisce sì il piatto quotidiano, ma questo solo per non innescare delle vere rivolte.
La gestione unitaria della comunicazione appiattisce le discussioni, gli incontri e le possibilità di vedere altro oltre quello schermo. Ovviamente, l’appello non è alla rivolta, ma alla costruzione di una rete solidale di comunicazione, di lavorio mentale e pratico.
Lo spirito coloniale che investe gran parte delle potenze europee appartiene anche al Nord: prima ci hanno conquistato e poi schifati.
Oggi, come ieri, la precarietà e l’impossibilità di un lavoro costringono i giovani ad emigrare, ma la repulsione verso questa terra che li ha abbandonati, il senso di disagio per non essere riusciti dove altri forse con l’inganno ce l’hanno fatta, forse (e solo forse) li spinge a votare per la Lega Nord (quanti di voi conoscono sudici che votano Lega Nord?).
Se lo spirito romantico che ha animato la costruzione dello stato unitario è stato distrutto dalla conquista e dalla depredazione dei nostri territori, dal federalismo che cosa ci si può attendere?
Se nell’ottocento forse c’era qualche garibaldino ben animato, oggi è noto che il federalismo rischia di essere una spartizione economica di tasse e di qualche bene storico-artistico. Peraltro, una spartizione nient’affatto equa, perché se sei ricco rimani tale, altrimenti sei fuori.
Prendiamo l’esempio di un comune in dissesto,  situazione che si verifica prevalentemente nel sud: il comune dovrà far fronte ai creditori con beni propri o altrimenti, nella peggiore delle ipotesi, non sarà più in grado di erogare i servizi minimi indispensabili (come, ad es., quelli legati alla scuola). Tali servizi, quindi, essenziali per i cittadini non potranno essere più garantiti nella giusta (equa) misura su tutto il territorio nazionale e a tutti cittadini.
Con la gestione locale delle risorse, Il federalismo ,per come è concepito, intacca precipuamente la parte prima della Costituzione ed in particolare il tanto decantato art. 3 Cost..
Siamo capaci di raccogliere il senso del passato e di comprendere quale danno sia stato per il Sud la sua conquista da parte dell’esercito piemontese, ma chissà se siamo veramente in grado di capire cosa accadrà quando il federalismo diventerà operativo.
Forse ancora una volta, lontani dalla nostra amata e deturpata terra, sentiremo quella canzone di Bennato che ci porterà di nuovo il Sud nel cuore.
                                                                                                                       

martedì 1 giugno 2010

corso agroalimentare

Con Slow Food un corso della Camera di Commercio sulle eccellenze agroalimentari di Terra di Lavoro

L’ASIPS, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Caserta, in collaborazione con le condotte Slow Food  Massico-Roccamonfina, Matese e Volturno, ha indetto un corso per lo “Sviluppo di competenze professionali per la promozione e la gestione delle eccellenze agroalimentari di Terra di Lavoro”, allo scopo di presidiare e sviluppare le competenze distintive di imprenditori del settore, dipendenti ed aspiranti operatori che intendono lavorare nella filiera.
L’obiettivo, in sostanza, è quello di consolidare e rafforzare le conoscenze tecniche delle piccole imprese del settore agroalimentare affinchè siano in grado di rileggere e riproporre in chiave moderna il patrimonio enogastronomico della provincia di Caserta,  con l’obiettivo di valorizzarlo come bene culturale e contribuire a costruire l’identità della provincia.
Le competenze che si intende promuovere, ispirate ai principi del “buono, pulito e giusto”,  riguardano: il marketing di prodotto nel contesto del marketing territoriale e dei nuovi valori; le abilità di comunicazione, il con/te/sto, lo sviluppo delle abilità sensoriali, le tecniche di history maker e le macchine narrative di prodotto; la qualità certificata, la rintracciabilità del prodotto, gli strumenti e la filosofia della rete “Terra Madre”.
Il profilo è quello di un operatore di settore  in grado di promuovere e valorizzare il gusto per la riscoperta dei prodotti locali, sviluppare la consapevolezza dell’unicità del prodotto, adattare l’organizzazione e la produttività dei servizi, curare le relazioni con gli operatori del settore ed i fornitori, relazionarsi con la clientela anche attraverso misure di educazione al gusto, sviluppare e implementare piani di promozione e commercializzazione, verificare le modalità di impiego delle tecniche di approvvigionamento, trasformazione e conservazione dei prodotti in termini di qualità.
In questo senso il corso si propone di affermare il turismo enogastronomico come forma di turismo culturale: puntare alla conservazione e valorizzazione dei terreni agricoli e proporre un nuovo modo di vivere la vacanza, associata alla visita ad aziende con degustazione dei prodotti tipici; una vera e propria esperienza che permette di entrare pienamente in comunione con la realtà del luogo per instaurare un legame dialettico con il suo trascorso, per appropriarsi delle sue tradizioni e del suo patrimonio storico e culturale. Il cibo rappresenta il “mezzo” di comunicazione della cultura materiale, della tradizione, di emozioni, e genera valore nel territorio.
Il corso avrà una durata di 98 ore con lezioni che si svolgeranno di pomeriggio a partire dal prossimo 6 settembre 2010. L’iscrizione al corso è gratuita.
Le domande di partecipazione, il cui modulo sarà disponibile presso la sede dell’Asips e sui siti: www.ce.camcom.it, www.asips.it, www.slowfoodcampania.com, dovranno essere presentate, a decorrere dal giorno 01/06/2010, entro il termine improrogabile del 30/07/2010.
Le domande potranno essere consegnate a mano presso la sede operativa dell’ASIPS, e/o inviate a mezzo fax al numero 0823/327562.
L’attività formativa e didattica si svolgerà presso la CCIAA di Caserta, Piazza S. Anna - Pal. ERA, mentre l’attività pratica si terrà presso strutture esterne convenzionate dall’Asips.

Nicola Sorbo
Fiduciario Slow Food Volturno

domenica 30 maggio 2010

Un patto tra Nord e Sud. di Giorgio Ruffolo


Valentino Parlato (il manifesto, 21 maggio) che la strada federalista «è un disastro». «Ma se proprio è inevitabile mi sembrano più ragionevoli le macroregioni (si riferisce alla proposta da me avanzata in un mio recente libro e richiamata in un articolo su Repubblica) con le quali il problema dell'unità si porrebbe più realisticamente evitando le spezzatino».Quella proposta è stata invece severamente criticata da Eugenio Scalfari (Repubblica del 16 maggio) secondo cui le macroregioni «sarebbero inevitabilmente la fine dello Stato unitario».Non vorrei prenderla troppo alla larga. Ma è un fatto che il federalismo non è certo un tema nuovo per l'Italia. Durante il Risorgimento le idee federaliste animarono correnti importanti della politica italiana. Per un certo periodo la prospettiva dell'unità nazionale restò sullo sfondo, mentre prevaleva il progetto di una confederazione degli Stati regionali italiani, presieduta dal Pontefice romano secondo Vincenzo Gioberti, o dallo Stato piemontese, secondo Cesare Balbo. L'obiettivo dell'unità era nettamente subordinato a quelli della libertà e dell'indipendenza. Fu Carlo Cattaneo a confutare con frasi sprezzanti il «sistema delle vecchie repubblichette», che andavano dissolte e sostituite da nuove aggregazioni politiche fondate sulle autonomie dei Comuni, il vero motore della storia civile italiana, confederate negli Stati Uniti d'Italia, secondo il modello americano.Il federalismo era comunque un patto tra soggetti storici e geografici concreti.Col tempo, la logica dei rapporti di forza favorì, grazie alla grande regia di Cavour, l'egemonia del piccolo Piemonte, che riuscì a imporsi anche a grande parte dell'opinione e dell'azione repubblicana, nel compimento dello Stato unitario centralizzato.Mentre trionfava il principio dello Stato unitario emergeva, rispetto al problema del rapporto tra Stato centrale e componenti regionali, quello, sempre più drammatico, del rapporto tra il Nord e il Sud del Paese che, durante la sciagurata guerra del brigantaggio, sancì la netta subordinazione del secondo rispetto al primo. Antonio Gramsci denunciò le radici classiste di quella subordinazione e additò nell'alleanza tra operai del Nord e contadini del Sud la soluzione del dramma meridionale. Altri, come Salvemini e Dorso, pur persuasi dell'importanza decisiva del movimento contadino, svilupparono anche l'idea dell'autonomia politica del Mezzogiorno, come forza costituente di uno Stato nazionale (che Dorso preferisse il termine di autonomismo a quello di federalismo era una questione definitoria). Non si trattava dunque di un rapporto tra lo Stato e le regioni del Sud, che, eccettuata la Sicilia, non avevano alcuna tradizione di autonomia e di personalità storica distinta. Si trattava di «dare all'Italia meridionale una costituzione federale» entro un quadro federale italiano.In altri termini, il federalismo (Salvemini) era considerato «l'unica via per la soluzione del problema meridionale» . Era anche allora ben presente l'obiezione che l'autonomismo ponesse in pericolo l'unità del paese. La risposta (Dorso) era che proprio la mancanza dell'autonomismo «ci riconduce nel vecchio schema della carità statale o minaccia di sbalzarci nel separatismo reazionario».Per carità: le condizioni del Paese sono radicalmente mutate dal tempo in cui questi testi furono scritti. Ma la minaccia che si profila oggi all'unità del paese non dipende certo dalle proposte di evocare quella istanza autonomistica ma, paradossalmente, dal modo sbagliato e distorto nel quale è stata colta. Quella istanza richiedeva un intervento economico organico e potente nella realtà meridionale, tale da realizzare una condizione di efficienza competitiva e, insieme a quella, di sviluppo civile paragonabili a quelle esistenti nel Nord.Nei primi decenni post bellici la Repubblica democratica si dimostrò all'altezza di questa sfida. La Cassa del Mezzogiorno realizzò nel Sud una rete di grandi infrastrutture che ne ruppero l'isolamento costituendo le condizioni di base per la crescita di attività produttive. Sorsero anche, grazie all'iniziativa delle imprese a partecipazione statale, grandi impianti sulla cui capacità propulsiva si contava per promuovere una rete diffusa di imprese produttive. E proprio questa mancò.Bisogna dire che a tutt'oggi non c'è una idea chiara sulle ragioni di questo fallimento.Sono però convinto che almeno una parte della risposta stia nel passaggio che, con la creazione delle Regioni, è avvenuto dalle responsabilità «tecnocratiche» a quelle «politiche» dell'intervento. Questo passaggio era senz'altro necessario; ma avrebbe dovuto verificarsi a un alto livello; quello che poteva essere assicurato da una guida politica unitaria della realtà meridionale, investita di una larga autonomia politica, secondo le ispirazioni dei grandi meridionalisti: condizione essenziale per la nascita di una classe politica capace di visione e di distacco: visione integrale e comprensiva della realtà meridionale; distacco, nella scelta e nell'amministrazione dei progetti, dalle tentazioni degli interessi personali e locali.La regionalizzazione dell'intervento, salvo poche esperienze apprezzabili, è stata un fallimento. Le importanti risorse finanziarie affidate alle gestione politica regionalizzata sono state in larga parte disperse secondo logiche clientelari e di corta vista, per non dire di peggio.Col tempo, questo fallimento è emerso,determinando la reazione della parte del paese, il Nord, sulla quale grava il peso maggiore del trasferimento.L'inefficacia dell'intervento straordinario si è rivelata attraverso un aumento del divario tra Nord e Sud del Paese, cui corrisponde un aumento generale dell'insoddisfazione politica. Questa alimenta le due forze divaricanti di un potenziale secessionismo: quella che tende a configurarsi nell'ideale, piuttosto deprimente, di un Belgio grasso (l'espressione è dello storico Omodeo) e quella che tende a dissolversi nel disordine criminale delle mafie.Dunque la minaccia del secessionismo non è ipotetica, è presente e reale e bisogna fronteggiarla. Come?La risposta del federalismo fiscale parte da una intenzione opposta a quella del federalismo storico: non devolvere a una unità superiore competenze e risorse oggi amministrate a livelli inferiori, ma il contrario. Lo dice chiaramente Luca Ridolfi nel suo notevole libro, Il sacco del Nord. Se non si vuole ingannare la gente con un federalismo fasullo il federalismo fiscale deve ridurre il flusso delle risorse diretto al Sud. Per fronteggiare la reazione delle regioni penalizzate, l'autore suggerisce di indennizzarle con una riduzione delle tasse. Ma qui la sua intelligenza si appanna. Ridurre le tasse significa, al netto, aumentare il debito pubblico, che grava sull'economia nel suo insieme e proporzionalmente, sulla parte più ricca. Cioè il Nord. Non mi pare un buon affare.A parte il fatto che finora non si sono fatti i conti del federalismo fiscale. Se le cifre che leggiamo nelle relazioni parlamentari sono esatte, il peso, specialmente nelle attuali condizioni, risulta insostenibile. E allora, stiamo parlando di niente. Anzi, non di niente. Stiamo parlando di una drammatica crisi di governo.E allora? Come si fronteggia la minaccia, attuale e reale, di secessione? Criticare le proposte sta bene. Ma quale risposta si dà a quella minaccia? Io tengo nella massima considerazione i ragionamenti di Scalfari (come sempre). E sono pronto, come ho detto esplicitamente, ad ammettere che la mia proposta comporta dei rischi. Ma il rischio peggiore è quello di non fare niente, mentre quella radicale innovazione presenta una grande occasione.Il centro della mia proposta, osservo, non sta nella creazione delle macroregioni. Sta nella loro funzione. Sta nel patto tra il Nord e il Sud, nel quale le due grandi parti d'Italia troverebbero finalmente le ragioni della loro unità.Scalfari dice giustamente che non si può considerare il divario tra il Nord e il Sud italiano alla stregua di qualunque altro in Europa. Questo divario è giunto a un punto di rottura. E allora: non è la prospettiva di un patto «drammatico» e anche rischioso la risposta che un grande paese dovrebbe dare alle minacce che incombono su di lui?Quale è l'alternativa? Lo spezzatino di Valentino Parlato? Non piace a lui e neppure a me, Per capire bene che cosa significa sono andato a cercare il verbo spezzettare nel vocabolario. Ecco che cosa ho trovato: «ridurre in pezzetti, sminuzzare, sbriciolare, smozzicare, tritare, triturare, stritolare, frammentare. Vedi anche, dividere».


PS. E il PD, che dice? Francamente non capisco. La sofferta adesione del PD al federalismo fiscale è segno di convinzione o di sgomento? (Lasciamo andare le tentazioni demenziali di «astenersi». Da che cosa?).

sabato 29 maggio 2010



Economia e Politica


Posted: 28 May 2010 07:19 AM PDT
La situazione europea è gravissima. Nel bel mezzo della maggiore crisi economica degli ultimi 80 anni i governi europei si apprestano a tagliare i bilanci pubblici nella vana speranza di riequilibrarne i saldi. E’ di questi giorni la notizia che il Fondo Monetario Internazionale chiede ulteriori misure “greche” alla Spagna, mentre la stessa Germania è pronta a dare il buon esempio. In Italia il PD si limita a dire “noi l’avevamo detto” (cosa? che si doveva tagliare prima?) e a invocare un po’ di giustizia distributiva senza cogliere il cuore del problema. Questo consiste nel fatto che i tagli avviteranno le economie europee in una spirale verso il basso che metterà ancor più in crisi i conti pubblici e privati. Vigliaccamente, inoltre, la presunta necessità dei tagli viene utilizzata per infliggere un ulteriore colpo ai sistemi di welfare con la giustificazione che gli europei avrebbero vissuto “al di sopra dei propri mezzi”. Ma l’argomento è falso. L’Europa nel suo insieme ha vissuto sempre coi propri mezzi, non ha infatti un debito estero (anzi l’opposto). La Spagna, il principale paese, fra quelli più esposti, aveva i conti pubblici “in ordine” sino a un anno fa. Lo stato sociale non c’entra nulla.
Certo, all’interno dell’Europa vi sono paurose relazioni debitorie-creditorie fra paesi. Ma di chi è la colpa di questi squilibri? Solo oggi comprendiamo pienamente quanto avevamo solo intuito: che la creazione dell’Euro era un esperimento da apprendisti stregoni. Sta ora diventando senso comune – sebbene non di tutti - che l’euro abbia dato l’illusione alle banche tedesche e francesi che si potessero allegramente alimentare bolle edilizie (in Spagna e Irlanda) e favorire governi clientelari (in particolare quello greco di centro-destra). Questi meccanismi stimolavano le esportazioni, soprattutto tedesche, per giunta avvantaggiate anche dalla più moderata dinamica di prezzi e salari rispetto ai paesi periferici oggetto di  una crescita “dopata”. Ma i nodi sono poi venuti al pettine. Ora le banche tedesche – già gonfie di mutui subprime americani - sono inguaiate quanto il governo greco e le famiglie spagnole trascinate nel boom edilizio. Sicché anche il pacchetto di aiuti europeo di 750 miliardi di euro varato lo scorso 9 maggio ha una dubbia affidabilità. Chi davvero aiuterà chi, visto che il paese che dovrebbe aiutare gli altri, la Germania, è pieno di crediti inesigibili? La questione è di tale portata che Wolfgang Munchau (sul Financial Times del 23 maggio) suggerisce provocatoriamente che potrebbe essere la Grecia a dover aiutare la Germania. Come noi avevamo fatto notare pochi giorni fa sul Goodwin-box, anche Munchau ora ci dice che l’unica valida misura adottata è l’intervento della BCE a sostegno diretto dei titoli pubblici europei. Meno giustificata è la fiducia nella ripresa delle esportazioni extra-europee in seguito alla caduta dell’euro. Al limite queste avvantaggerebbero soprattutto della Germania. Ma soprattutto è da escludere che Cina e USA resterebbero con le mani in mano se tale calo perdurasse.
Esperimento da apprendisti stregoni, si è detto. Ma attenzione, si tratta di un esperimento consapevolmente perseguito dai governi dell’Europa periferica, in particolare dall’Italia, che pensava così di importare la “disciplina tedesca” su salari e mercato del lavoro. Lo stesso tentativo fu effettuato nel 1979 col Sistema Monetario Europeo, e si sa come andò a finire. Qui però rischia di finire peggio visto non c’è più la liretta da svalutare.
Il problema è che siamo in assenza di una analisi politica seria a livello europeo di ciò che sta accadendo. Il PD e la CGIL farebbero bene, se ne sono capaci, a uscire da una strategia economico-politica in cui giocano di rimessa su temi in fondo secondari. La questione non verte su una finestra pensionistica in più o in meno. Il punto è che bisognerebbe mettere in discussione lo scenario da “suicidio collettivo europeo” entro cui le misure restrittive dei governi si collocano. E’ l’esistenza stessa di queste manovre congiunte a livello europeo che va respinta con fermezza. Si passi dunque a discutere di come questo paese possa porre il problema in sede comunitaria, o alternativamente si possa tirar fuori da un simile disastro.

venerdì 28 maggio 2010

assemblea regionale

Ai membri dell'Assemblea regionale SEL

E’ convocata per sabato 5 giugno dalle ore 9 alle ore 14 presso la sala multimediale del Consiglio comunale di Napoli, Via Verdi, l’assemblea regionale.


A seguire il dispositivo di convocazione.

L’assemblea regionale ha dato mandato ai componenti del coordinamento nazionale di Sinistra ecologia e Libertà di promuovere una consultazione dei delegati per verificare il percorso da intraprendere rispetto all’elezione degli organismi dirigenti in vista del congresso fissato per il prossimo ottobre. Gli esisti della consultazione, alla quale ha partecipato un largo numero di componenti dell’assemblea interessati a proporre percorsi e iniziative politiche, hanno determinato la necessità di dotare al più presto il soggetto costituente di una struttura organizzativa e di un coordinatore. Pertanto i componenti del coordinamento nazionale hanno stabilito di convocare per il tre giugno l’assemblea regionale con all’ordine del giorno: relazione sulle consultazioni e fase politica, elezione del coordinatore e presentazione di una proposta organizzativa e di lavoro per i prossimi mesi. Sono quindi aperti i termini, entro la data stabilita, per presentare candidature per l’incarico di coordinatore, le proposte nominative dovranno pervenire alla Presidenza dell’assemblea all’apertura dei lavori che avverranno alle 9,30 del giorno 5 giugno 2010.

L’assemblea si aprirà con l’illustrazione delle linee programmatiche dei candidati che dovranno articolarsi in 15 minuti di intervento. Subito a seguire si procederà al dibattito.

Le urne per la votazione, che si svolgerà a scrutinio segreto, saranno aperte dalle 12,30 alle 13,30.

Al voto potranno partecipare i membri dell’assemblea regionale così
come determinatasi in occasione della assemblea nazionale del 12 dicembre ultimo scorso.

mercoledì 26 maggio 2010

I quesiti referendari per evitare che la gestione del servizio ricada in mano privata


Primo quesito:

«Volete voi che sia abrogato l'art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dall'art. 30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n. 99 recante "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonchè in materia di energia" e dall'art. 15 del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europee" convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n. 166?»

Secondo quesito:

«Volete voi che sia abrogato l'art. 150 (Scelta della forma di gestione e procedure di affidamento) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 "Norme in materia ambientale", come modificato dall'art. 2, comma 13 del decreto legislativo n. 4 del 16 gennaio 2008?»

Terzo quesito:

«Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell'art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 "Norme in materia ambientale", limitatamente alla seguente parte: "dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito

Materiali per i banchetti

"Materiali per la raccolta firme"
"Brochure informativa"
"Verbali di deposito dei quesiti in Corte di Cassazione"



Acqua, Commissione UE: carenza idrica e siccità serie preoccupazioni



25 maggio 2010
La Commissione europea ha pubblicato una relazione sui risultati ottenuti dagli Stati membri nella lotta alla carenza idrica e alla siccità. Emerge che alcuni Stati membri presentano una scarsità permanente di acqua in tutto il territorio. Il problema non è circoscritto ai paesi del Mediterraneo: nella Repubblica ceca ci sono zone colpite con frequenza da carenza idrica e la Francia e il Belgio hanno comunicato situazioni di eccessivo sfruttamento delle falde acquifere.
Da anni la Commissione europea insiste affinché gli Stati membri adottino politiche in questo campo, ad esempio per quanto riguarda le tariffe, il miglioramento degli strumenti di gestione idrica e misure in materia di efficienza e risparmio idrico.
In uno studio svolto per conto della Commissione nel 2009 si riportava che l'introduzione di requisiti obbligatori per i dispositivi che utilizzano acqua nell'ambito dell'estensione della direttiva sulla progettazione ecocompatibile potrebbe permettere un notevole risparmio. Se fossero inclusi tutti i dispositivi domestici che utilizzano acqua sarebbe possibile ridurre il consumo idrico totale del 19%, pari ad una diminuzione del 3,2% del volume di acqua estratto ogni anno nell'UE. Riducendo il consumo idrico dei prodotti connessi al consumo di energia, come rubinetti, docce e vasche, si potrebbe anche ridurre del 20% il fabbisogno di energia necessaria per riscaldare l'acqua. Infine, modificando la durata delle docce, la frequenza dei bagni o l'utilizzo dei rubinetti, il consumo di acqua potrebbe ridursi del 20-30% circa.
Nella relazione la Commissione esprime anche le proprie preoccupazioni per i ritardi nell'attuazione della direttiva quadro sulle acque che si registrano negli Stati membri più colpiti dal fenomeno della carenza idrica. Gli Stati membri avrebbero dovuto presentare i rispettivi piani di gestione dei bacini idrografici a marzo, ma in alcuni di essi le consultazioni su tali piani non sono ancora cominciate.

giovedì 1 aprile 2010

venerdì 26 marzo 2010

Verso il voto....per Antonietta FORTINI.



Verso il voto....per Antonietta FORTINI. 

LETINO VENERDI 26 marzo 2010 ore 21 PIAZZA della REPUBBLICA


"la crescita umana e politica di questo percorso è dovuta a tutti voi. vi ringrazio di cuore uno per uno. siamo agli sgoccioli un altro pò ..."

Antonietta Fortini

mercoledì 24 marzo 2010

Verso il voto, Piedimonte Matese Aula consiliare Giovedì 25 Marzo ore 19.30

NON MANCATE

Chiusura campagna elettorale. PIEDIMONTE M. 24 marzo h 19.30,LETINO 25 marzo h 21



Si avvia la chiusura della campagna elettorale della candidata al consiglio regionale di Sinistra Ecologia Libertà – Partito Socialista la dott.ssa Fortini Antonietta che dopo aver attraversato il territorio matesino portando a conoscenza degli elettori il suo programma elettorale, che propone di far ripartire il Matese “dal TERRITORIO, dall’Innovazione e dalla Creatività”giunge al termine. Far ripartire il nostro “sistema Matese” attraverso tre punti fondamentali che sono il territorio, con uno stile di vita sostenibile, con ambienti e città a misura d'uomo. Innanzitutto l'attenzione e valorizzazione del Parco del Matese e la valorizzazione del fiume Volturno : farlo diventare un'oasi verde. Con l’Innovazione, tramite attenzione alla formazione, indirizzata allo sviluppo rurale del territorio ma con uno sguardo verso l'innovazione creando parchi tecnologici che fondano le loro basi su consorzi territoriali per lo sviluppo dei beni locali .Ed infine con la Creatività, creare una rete di coscienza civile che sia partecipe e promuova pratiche di sviluppo ecosostenibile del territorio e che sia aperta alle nuove sfide. Ma il compito più arduo che ci compete è un vero e proprio cambio di rotta nella mentalità: apertura e solidarietà sono i motori chiave per un territorio di successo.
Vogliamo proporre con Antonietta Fortini una nuova visione della politica fatta da una faccia nuova che ha a cuore lo sviluppo-futuro del nostro territorio ostacolato dall’attuale classe dirigente che fonda la sua politica attraverso sistemi clientelari e di false promesse che si ripetono come riti religiosi ad ogni elezione. Adesso è arrivata l’ora di dire basta e manifestare il proprio dissenso per il fallimento attuato dagli stessi che si presentano oggi con le prospettive che li hanno accompagnati finora e con i risultati attuali. La candidata chiuderà la sua campagna elettorale presso l’Aula consiliare di Piedimonte Matese Giovedì 25 Marzo 2010 alle ore 19.30 e Venerdì 26 marzo, nel cuore del Matese a Letino presso Piazza della Repubblica alle ore 21 ( in caso di pioggia in Aula consiliare )

Comunicato stampa
“la Fabbrica del Matese”
Sede Dragoni
Ufficio stampa “con Antonietta Fortini in Campania”


domenica 21 marzo 2010

Domenica 21 Marzo ore 16 a Gallo Matese

Domenica 21 Marzo ore 16 a Gallo Matese presso Bar pizzeria Matese

venerdì 19 marzo 2010

Fac-simile


questo è l'unico mezzo che abbiamo per arrivare a tutti, ecco come si vota , tenetelo a mente, oppure stampatelo e fate circolare.
Grazie
Antonietta Fortini




“I giusti”. Jorge Luis Borges

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che intuisce un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

Capriati a Volturno Sabato 20 marzo ore 18


Capriati a Volturno Sabato 20 marzo ore 18 
presso ludoteca dei bambini ( fabbricato galasso ) 
incontro con Fortini Antonietta candidata alla Regione( SEL- PSE ) 
e con il candidato alla provincia Pasquale de Pasquale ( SEL- PSE )

NON MANCATE !

giovedì 18 marzo 2010

La politica e i giovani


“La prima, essenziale, semplice verità che va ricordata a tutti i giovani è che se la politica non la faranno loro, essa rimarrà appannaggio degli altri, mentre sono loro, i giovani, i quali hanno l’interesse fondamentale a costruire il proprio futuro e innanzitutto a garantire che un futuro vi sia”.


Enrico Berlinguer

mercoledì 17 marzo 2010

Incontro a Valle Agricola il 18 Marzo ore 17.30 Aula Consiliare non mancate



Continuano gli incontri con i cittadini dell'Alto Casertano.
Giovedì 18 marzo alle ore 17.30 
nell'Aula Consiliare ci sarà l'incontro 
con la  candidata al Consiglio Regionale Fortini Antonietta 
e con il candidato al consiglio Provinciale Vittorio Massaro.
Non mancate !

sabato 13 marzo 2010

Incontro a Letino Domenica 14 ore 17.

Domenica 14 marzo ore 17 a Letino vicino la sede di Sinistra Ecologia Libertà ci sarà un incontro con i candidati di SEL alla Regione Antonietta Fortini e il candidato alla Provincia Vittorio Massaro. Non mancate!

mercoledì 10 marzo 2010

Capriati a Volturno. Sabato 13 marzo ore 17.30 Aula Consiliare


Sabato 13 Marzo ore 17 presso l'Aula consiliare del Comune di Capriati a Volturno 

sabato 6 marzo 2010

COmiTAto EleTTOrale "La FAbbrica del MAtese" a LETINO


apertura del COmiTAto EleTTOrale "La FAbbrica del MAtese" 
Domenica 7 MArzo alle ore 18
LETINO via G. Marconi
presso la Sede di SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
non MANCATE!

venerdì 5 marzo 2010

Oggi,a Caserta presentazione delle liste dei candidati alla Regione Campania ed alla Provincia di Caserta.


Venerdì 5 marzo, presso la sede della Federazione del Partito Socialista Italiano- Sinistra Ecologia e Libertà di Caserta, si terrà la conferenza stampa di presentazione delle liste dei candidati alla Regione Campania ed alla Provincia di Caserta.
Durante l'incontro saranno anche ufficializzate le linee programatiche relative alle azioni ed ai progetti del gruppo per il governo della Regione e della Provincia di Terra di Lavoro. All'appuntamento, in programma a partire dalle ore 16:30 presso la sede di Via Roma, parteciperanno i dirigenti provinciali, gli amministratori ed i sostenitori di Sinistra Ecologia e Libertà di Caserta.

comunicato stampa
 Partito Socialista Italiano-Sinistra Ecologia e Libertà di Caserta




giovedì 4 marzo 2010

mercoledì 3 marzo 2010

Programma _Territorio INNOVAZIONE Creatività





Territorio
L'attenzione verso il territorio si declina in alcune tematiche fondamentali :
In primo luogo una tenace attenzione ai servizi sociali:
Ambiente
La salute inizia nei territori, con uno stile di vita sostenibile, con ambienti e città a misura d'uomo.
Innanzitutto l'attenzione e valorizzazione del Parco del Matese e la valorizzazione del fiume Volturno : farlo diventare un'oasi verde.
Quest'attenzione verso il territorio passa anche attraverso la sua protezione quindi scongiurare il pericolo imminente di insediamenti di cave per l'estrazione di inerti.
Il diritto alla vita si estrinseca anche con un no netto all'esternalizzazioni dei beni essenziali per l'uomo come l'acqua e le energie.
La vocazione rurale di questi territori passa attraverso un'educazione attenta alla biodiversità, al biologico e al mangiar sano di qualità.
Sanità, conosciamo il buco della Sanità in Campania ed insistiamo su un ridimensionamento delle strutture e di rendere eccellenti e strategici alcuni settori e di individuare dei primi pronto soccorsi di urgenza. Al pari della Regione Puglia prevedere un sorta di tele cardiologia on line.

Trasporti pubblici: il famoso tesoretto Cascetta sui trasporti ha poco riguardato l'alto Casertano, l'obiettivo è di insistere sulla rete ferroviaria ed urbana per permettere maggiori collegamenti, e l'assenza di una vera politica territoriale ha inciso profondamente sulle scelte di questo piano.


I temi Creatività ed innovazione sono l'approccio necessario per una politica di qualità e sono alla base dello sviluppo del territorio.
Cosa intendiamo per Creatività
Lo sviluppo del talento personale e collettivo passa attraverso un'attenta e consapevole educazione ed attenzione alla formazione e alla ricerca.
Gli ingenti tagli del governo nazionale hanno ridotto sul lastrico gli istituti territoriali e hanno ridimensionato notevolmente l'offerta scolastica pubblica in termini di qualità e di eccellenza.
Creare una rete di coscienza civile che sia partecipe e promuova pratiche di sviluppo ecosostenibile del territorio e che sia aperta alle nuove sfide è l'occasione che abbiamo.
Ma il compito più arduo che ci compete è un vero e proprio cambio di rotta nella mentalità: apertura e solidarietà sono i motori chiave per un territorio di successo.
Innovazione
Innanzitutto diffondere l'uso di internet sia limitando quanto più possibile il digital divide di prima generazione che di seconda.
Quindi potenziare gli investimenti sulla banda larga: reti in fibra ottica e via radio per i Comuni delle aree interne non serviti dalla banda larga o anche fare affidamento alla WIMAX per i comuni più piccoli
Creare rete significa anche attenzione alla formazione, una formazione indirizzata allo sviluppo rurale del territorio ma con uno sguardo verso l'innovazione creando parchi tecnologici che fondano le loro basi su consorzi territoriali per lo sviluppo dei beni locali .
Solo un sistema territoriale che investe nella ricerca, nell'innovazione e nella riconversione all'economia verde può essere competitivo ed attrattore di risorse umane (i cervelli che fuggono sono una realtà solo del sud).

Questi tre punti chiave sono la base per creare occupazione e lavoro: il nostro territorio ha una vocazione innata al turismo e all'agricoltura.
Agricoltura e turismo però devono essere di qualità, innovativi e di nicchia ecco la nostra sfida.



 

lunedì 1 marzo 2010

Antonietta Fortini, chi sono ?


Sono nata a Piedimonte Matese (CE) il 12 ottobre 1979 e risiedo a Letino.
Ho trascorso gli anni della mia adolescenza a Piedimonte Matese ed è proprio qui che ho incontrato mia zia che mi ha insegnato la passione per le battaglie civili e politiche: sono questi gli anni in cui inizio a frequentare circoli sociali ed ambientali e simpatizzo con le idee di Rifondazione.
Ho frequentato la ragioneria “De Franchis” di Piedimonte Matese e questo è stato luogo proficuo per la mia maturità professionale e umana: ho incontrato professori eccezionali che mi hanno dato valori di vita importanti.
Proprio in questo luogo di studio mi sono confrontata con le masse e le assemblee per le piccole battaglie di ogni studente, diventando rappresentante d’istituto prima e rappresentante alla Consulta studentesca, poi.
La mia scelta universitaria è caduta su Siena, anche qui ho ceduto alle passioni politiche, sono stata iscritta al sindacato degli universitari e poi sono diventata Consigliere di facoltà di economia.
Nel frattempo, a Letino grazie all’impegno civile di Antonio Orsi ( attuale sindaco) siamo riusciti ad entrare tra le fila della minoranza consiliare.
Terminato il mio percorso universitario con brillanti risultati ho voluto intraprendere l’esperienza esterofila : sono andata a vivere a Londra facendo la commessa e imparando l’inglese.
Poi, sono ritornata in Italia e a Firenze ho vinto una borsa per il seminario di studi e ricerche parlamentari che mi ha permesso di fare un tirocinio al Servizio Bilancio del Senato della Repubblica e qui ho collaborato con alcuni compagni di Rifondazione.
In seguito, ho ottenuto una borsa di ricerca per l’Irpa a Roma e nel frattempo sono risultata vincitrice di un Dottorato di ricerca in diritto pubblico all’Università degli studi di Siena.
Dopo la scissione di Rifondazione comunista ho cercato una realtà nella quale potessero confluire tutte le sensibilità di sinistra e che rappresentasse finalmente le esigenze del territorio matesino e così con un gruppo di compagni e amici abbiamo fondato l’Associazione per la Sinistra Matese.
Attualmente, ho vinto il concorso per Segretari comunali.
project designer_sistoantonio.amato@libero.it

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